A Bologna (coi suoi orchestrali)

A Bologna – ci siamo capitati per il solito Amore ai tempi di Facebook – abbondano i manifesti dell’ultima stupenda campagna made in Pd (è ironico, per chi non l’avesse capito). Un’amica dice che fa molto “nascondere la polvere sotto il tappeto”, e purtroppo ha ragione. Intanto a Bologna hanno buttato fuori Cofferati, e ne sono tutti piuttosto contenti (lo manderemo noi del Nord Ovest in Europa, ma questa è un’altra storia). Ha amministrato peggio di Guazzaloca, ci hanno detto in tanti, e tutti democratici, crogiolandosi in quella retorica del fallimento come solo i democratici sanno fare. “Dentro” è rimasto un candidato sindaco che vincerà (o almeno si spera) ma che intanto si è fatto fare i manifesti dove sfoggia occhi azzurri come laghi alpini (i suoi sono marroni): narcisismi di sinistra, qui sono di casa. Sono rimasti anche i Comunisti Italiani featuring Rifondazione: si credevano estinti, e invece insieme fanno festa nel piazzale vicino alla stazione, atmosfere strazianti stile Ginger e Fred. Sono rimasti i bolognesi, con tanta voglia di riappropriarsi della propria storia: il più giovane di quelli con cui abbiamo chiacchierato ha 16 anni, un’aria molto intelligente e consapevole, dice che tra due anni voterà e vorrebbe un partito in cui potersi riconoscere. Qualche settimana fa l’autoctono Lucio Dalla mi diceva queste parole: «Oggi il versante culturale di Bologna è più vitale di quello politico, che si è fermato ai primi anni ’70, al tempo delle grandi cooperative e delle società popolari». Forse al momento ci resta solo “Bologna coi suoi orchestrali”, come cantava qualcuno. È questa l’immagine un po’ nostalgica con cui si torna a casa.

4 Risposte to “A Bologna (coi suoi orchestrali)”

  1. lucagrasselli Says:

    Ah be’, se volevate “catturarmi” sul blog di Mattia, come mi ha suggerito ieri Civati (finalmente visto “de visu”), non poteva esserci un post migliore. Frattanto, ieri, peccato davvero non essermi potuto intrattenere. A proposito: brava e bella Silvia (voi bravi, sulla bellezza maschile di solito non giudico).
    Bologna, dicevamo. Anzitutto: non sono bolognese ma bazzanese. Ch’l’è tòtt un etar quèl. Quindi, fatico a discettare su bolognesità, identità e simili spiriti. Vero, però: molta nostalgia dei bei tempi andati, direi sia a sinistra che a destra, insomma in generale nell’opinione comune. E una certa propensione a difendersi dal mondo, che si chiami “Berlusconi” o “immigrati” o “fine del PCI” o “secolarizzazione” o non so cosa. Forse l’idea che tra il buon vecchio centro storico e le brutte periferie non ci sia più una “terza via”: il fallimento dell’idea di sviluppo “alla bolognese” incarnato dalle Torri di Kenzo, quindi? O al contrario la consapevolezza di avere “deviato” da quella strada e la voglia (illusoria?) di ricominciare? Sulla cultura non sono della stessa opinione, a volte mi sembra che anche lì si sia fermi alle avanguardie e alle postavanguardie, a dir poco. E alla medesima difficoltà di elaborare la ricchezza del passato recente e antico in una sintesi nuova: da cui la medesima paura, diciamo, di una “colonizzazione” di cui gli immigrati non sarebbero che l’aspetto più visibile, ma per così dire simbolico.
    Ecco. Che ne pensate?

  2. Enrico Says:

    Addirittura! Citato per ben due volte… Troppo buoni, ragazzi.

  3. cicciolo Says:

    beh insomma,diciamo pure che bologna è ormai vecchia e provinciale?!forse lo è sempre stata,ma adesso ha problemi a metabolizzare e ad elaborare tutti quei cambiamenti che la globalizzazione ha portato nella città..fino a 20 anni fa c’era il meridionale venuto da giù,il più delle volte studente che lentamente riusciva ad inserirsi nel tessuto sociale della città,adesso c’è l’extracomunitario,che ha molte più difficoltà a sentirsi del posto e ad integrarsi..per fortuna ci sono loro che sfornano bimbi,che se no Bologna tempo 50 anni e sarebbe alla frutta!!
    culturalmente ci sono alti e bassi..ci sono momenti in cui riesce ad essere una città davvero vitale e produttiva altre volte in cui si adagia su se stessa,si accarezza dolcemente la pancia e tira fuori sempre le solite e vecchie cose!
    saluti

  4. Silvia Says:

    Bologna una vecchia signora coi fianchi un po’ molli col seno sul piano padano e il culo sui colli… è bella Bologna, Carza, e dovresti assolutamente andarci a giugno nel giorno della Parata Par Tot. Segui il mio consiglio se vuoi vedere che è una città viva!
    Certo, perché tutti i bolognesi ce l’abbiano con Cofferati non l’ho mai capito, ma non ho molto indagato… Quando vivevo a Bologna e un giorno è arrivato Guazzaloca si è potuto toccare con mano che le cose stavano peggiorando e di brutto.
    Ora vivo a Milano dove sto molto meglio che a Bologna anche se non si alza nell’aria come un quieto barbaglio l’odore di tigli delle strade alberate….
    Silvia

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