A Bologna – ci siamo capitati per il solito Amore ai tempi di Facebook – abbondano i manifesti dell’ultima stupenda campagna made in Pd (è ironico, per chi non l’avesse capito). Un’amica dice che fa molto “nascondere la polvere sotto il tappeto”, e purtroppo ha ragione. Intanto a Bologna hanno buttato fuori Cofferati, e ne sono tutti piuttosto contenti (lo manderemo noi del Nord Ovest in Europa, ma questa è un’altra storia). Ha amministrato peggio di Guazzaloca, ci hanno detto in tanti, e tutti democratici, crogiolandosi in quella retorica del fallimento come solo i democratici sanno fare. “Dentro” è rimasto un candidato sindaco che vincerà (o almeno si spera) ma che intanto si è fatto fare i manifesti dove sfoggia occhi azzurri come laghi alpini (i suoi sono marroni): narcisismi di sinistra, qui sono di casa. Sono rimasti anche i Comunisti Italiani featuring Rifondazione: si credevano estinti, e invece insieme fanno festa nel piazzale vicino alla stazione, atmosfere strazianti stile Ginger e Fred. Sono rimasti i bolognesi, con tanta voglia di riappropriarsi della propria storia: il più giovane di quelli con cui abbiamo chiacchierato ha 16 anni, un’aria molto intelligente e consapevole, dice che tra due anni voterà e vorrebbe un partito in cui potersi riconoscere. Qualche settimana fa l’autoctono Lucio Dalla mi diceva queste parole: «Oggi il versante culturale di Bologna è più vitale di quello politico, che si è fermato ai primi anni ’70, al tempo delle grandi cooperative e delle società popolari». Forse al momento ci resta solo “Bologna coi suoi orchestrali”, come cantava qualcuno. È questa l’immagine un po’ nostalgica con cui si torna a casa.
16 aprile 2009 alle 7:48 am
Ah be’, se volevate “catturarmi” sul blog di Mattia, come mi ha suggerito ieri Civati (finalmente visto “de visu”), non poteva esserci un post migliore. Frattanto, ieri, peccato davvero non essermi potuto intrattenere. A proposito: brava e bella Silvia (voi bravi, sulla bellezza maschile di solito non giudico).
Bologna, dicevamo. Anzitutto: non sono bolognese ma bazzanese. Ch’l’è tòtt un etar quèl. Quindi, fatico a discettare su bolognesità, identità e simili spiriti. Vero, però: molta nostalgia dei bei tempi andati, direi sia a sinistra che a destra, insomma in generale nell’opinione comune. E una certa propensione a difendersi dal mondo, che si chiami “Berlusconi” o “immigrati” o “fine del PCI” o “secolarizzazione” o non so cosa. Forse l’idea che tra il buon vecchio centro storico e le brutte periferie non ci sia più una “terza via”: il fallimento dell’idea di sviluppo “alla bolognese” incarnato dalle Torri di Kenzo, quindi? O al contrario la consapevolezza di avere “deviato” da quella strada e la voglia (illusoria?) di ricominciare? Sulla cultura non sono della stessa opinione, a volte mi sembra che anche lì si sia fermi alle avanguardie e alle postavanguardie, a dir poco. E alla medesima difficoltà di elaborare la ricchezza del passato recente e antico in una sintesi nuova: da cui la medesima paura, diciamo, di una “colonizzazione” di cui gli immigrati non sarebbero che l’aspetto più visibile, ma per così dire simbolico.
Ecco. Che ne pensate?
16 aprile 2009 alle 1:52 PM
Addirittura! Citato per ben due volte… Troppo buoni, ragazzi.
17 aprile 2009 alle 6:53 am
beh insomma,diciamo pure che bologna è ormai vecchia e provinciale?!forse lo è sempre stata,ma adesso ha problemi a metabolizzare e ad elaborare tutti quei cambiamenti che la globalizzazione ha portato nella città..fino a 20 anni fa c’era il meridionale venuto da giù,il più delle volte studente che lentamente riusciva ad inserirsi nel tessuto sociale della città,adesso c’è l’extracomunitario,che ha molte più difficoltà a sentirsi del posto e ad integrarsi..per fortuna ci sono loro che sfornano bimbi,che se no Bologna tempo 50 anni e sarebbe alla frutta!!
culturalmente ci sono alti e bassi..ci sono momenti in cui riesce ad essere una città davvero vitale e produttiva altre volte in cui si adagia su se stessa,si accarezza dolcemente la pancia e tira fuori sempre le solite e vecchie cose!
saluti
17 aprile 2009 alle 1:01 PM
Bologna una vecchia signora coi fianchi un po’ molli col seno sul piano padano e il culo sui colli… è bella Bologna, Carza, e dovresti assolutamente andarci a giugno nel giorno della Parata Par Tot. Segui il mio consiglio se vuoi vedere che è una città viva!
Certo, perché tutti i bolognesi ce l’abbiano con Cofferati non l’ho mai capito, ma non ho molto indagato… Quando vivevo a Bologna e un giorno è arrivato Guazzaloca si è potuto toccare con mano che le cose stavano peggiorando e di brutto.
Ora vivo a Milano dove sto molto meglio che a Bologna anche se non si alza nell’aria come un quieto barbaglio l’odore di tigli delle strade alberate….
Silvia