Le nostre prigioni

Il più bel film italiano in circolazione è Tutta colpa di Giuda di Davide Ferrario. Non fidatevi del trailer, che lo fa passare per una commediola un po’ scema. Di commedia («con musica») si tratta, ma il tono è orgogliosamente sociale. Ferrario è un regista oltre che molto bravo anche molto onesto, per le cose che racconta e per il modo in cui lo fa. E la storia della regista teatrale (la stupenda Kasia Smutniak) che arriva al carcere delle Vallette di Torino per lavorare con un gruppo di carcerati a una versione “musical” della Passione di Cristo diventa l’occasione per parlare di libertà e giustizia (D’Alema non c’entra), e di fede (tra messa e messinscena), dei sogni che si scorgono a fatica nei pezzi di cielo dei cortili e di questo sistema che ci imprigiona, letteralmente. La speranza (vana) è in un mondo senza sofferenza, senza croce, senza carceri. Senza Giuda. Un film di sinistra, con tanta bella musica (Marlene Kuntz in testa), Luciana Littizzetto che si prende in giro nella parte di una suora acidina e un finale che vola: l’ultima cena sulle note di Passione (e quale canzone se no?). Perché, liberi o no, siamo tutti «in un soffio di vento che già finirà»…

Una Risposta to “Le nostre prigioni”

  1. betta Says:

    è un film sulla vita e sul corpo libero nonostante le mura…molto, nolto interessante, non perfetto, ma un film vivo…
    ferrario è molto bravo, io dopo aver visto il suo doc “la strada di levi” ho pensato che il doc vero (fatto bene, strutturato bene…) ha ancora una speranza in Italia…

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