Politica face-to-face(book)

Non ero mai stato a un Facebook party, e meno male direte voi. Sono andato ieri a quello organizzato a Roma per vari motivi (ve li dirò un po’ alla volta). Soprattutto perché più che un party (che brutta parola però) era la prima volta che un politico italiano incontrava i suoi sostenitori virtuali. Il politico in questione era – chi l’avrebbe detto – Walter Veltroni. L’invito era rivolto ai suoi 5.000 “amici” su Facebook (non se ne possono avere di più) e a tutti coloro che lo sostengono via social network (che possono arrivare a centinaia di migliaia). L’incontro era un po’ troppo improvvisato, c’erano quasi più giornalisti che “amici”. L’idea però che la Rete connetta direttamente la politica e i cittadini, soprattutto quelli giovani, che sfuggono al controllo, è una frontiera affascinante, è in Italia arriva già con ampio ritardo. Se ci si riprova con un tema interessante (ieri Veltroni ha detto «Già la tv è sotto controllo, che la Rete sia libera»: perché non rilanciare sul serio?), è un esperimento che può funzionare. La politica che arriva ai cittadini, ritagliandosi qualche spazio per parlare anche informalmente. Non è così facile, ma è un passo. Ora lo scrivo sul Wall. Di Wal(l)ter, of course.

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